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In un grande movimento complesso e articolato come quello è normale, è successo anche alla Resistenza antifascista, che ci sia una larga maggioranza che lo porta avanti e ne moltiplica ulteriormente le proposte: il desiderio di solidarietà, di uguaglianza, di democrazia diretta; c'è poi una parte più piccola che si perde per strada, una parte che si ferma, una parte che addirittura va indietro. È normale, ma è una cosa evidente. Conquiste decisive come il divorzio o l'aborto, o come lo Statuto dei lavoratori, non sarebbero state raggiunte senza che nel '68 e '69 la cultura e il modo di sentire di milioni di persone non avessero subito un mutamento profondo e innovatore. (it) |