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Era entrato in possesso di una chitarra – più precisamente di uno di quegli strumenti che allora si chiamavano banjo-chitarra – a dodici anni, e aveva avuto tutto il tempo di imparare a suonarla, a orecchio, perché al pari dei suoi molti "cugini" si era guardato dal frequentare una qualsiasi scuola. C'era stato un giorno soltanto e gli era bastato: nessuno si curò mai di insegnargli a leggere e a scrivere finché molti anni dopo, quando era già un musicista affermato, il violinista Stéphane Grappelli, vergognandosi un poco della rozzezza del suo partner, non gli insegnò a compitare almeno il suo nome perché potesse firmare assieme a lui i contratti e concedere gli autografi ai molti che glieli chiedevano. (it) |