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La preferenza dello Shelley riguardo al valore estetico delle tre Cantiche, paragonate fra loro, parrebbe rivolta al Paradiso, in cui le immagini radiose, la gemmea colorazione, il perenne fulgore dello sfondo, dovevano particolarmente gradire al suo spirito sì propenso alle vive irradiazioni, agli effetti di luce e di tinte trasparenti. Inoltre egli osserva come, nell'apprezzamento delle Cantiche, i critici più acuti abbiano invertito il giudizio del volgo ammirando assai più i pregi dell'ultima parte di quelli delle altre. La terza Cantica gli offriva insuperabili splendori d'arte; quell'ascensione del poeta di stella in stella apparivagli come la più fulgida manifestazione della poesia moderna. (it) |