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Il romanzo naturalista è all'agonia. stessi scrittori che già furono la speranza della scuola naturalista, i collaboratori delle Soirées de Médan, sembrano stanchi e disgustati d'una forma che un tempo difendevano con tanto accanimento. La perplessità loro è miserevole. Essi dalle abitudini d'una volta sono ancor tenuti alla osservazione esteriore, alla descrizione esatta; e, insieme, dalla vigente moda letteraria son trascinati alla ricerca dell'analisi psicologica, in cui si smarriscono. Il Naturalismo dava loro una estetica ristretta, ma sicura e precisa. Essi l'hanno abbandonata senza prendere un indirizzo più netto; e nei loro libri ora non è né la viva analisi delle sensazioni esterne né, dirò così, la creazione logica di stati interiori. I loro romanzi sono, in una parola, incoerenti. La descrizione naturalista e l'analisi psicologica non vi s'uniscon mai così pienamente e perfettamente da produrre un vero e vivente organismo d'opera d'arte. La descrizione de' luoghi e delli avvenimenti, in somma, non è quasi mai messa d'accordo con le speciali condizioni intellettuali del «personaggio». Questo fondamentale error letterario de' romanzieri naturalisti trasformati proviene da un errore scientifico. Essi credono che le cose esteriori esistano fuori di noi, indipendentemente, e che quindi debbano avere per tutti gli spiriti umani una medesima apparenza. (it) |