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Non so niente di queste immagini. Carico sempre le bobine a caso, non ho mai cercato di capire quale fosse l'ordine. Ma so che quando vedo apparire quel volto enorme sento come un grande vuoto dentro di me, un vuoto tiepido, un silenzio senza limiti. Quel volto sullo schermo non fa niente, non dice niente. Guarda. Le prime volte mi spaventava, avevo l'impressione che guardasse me. Ora ho capito. Ora so che i suoi occhi mi attraversano, e attraversano il muro alle mie spalle, e si perdono fuori, nello spazio immenso, nella neve che non finisce mai.
È il momento che amo di più: perché sento che quando uscirò all'aperto e mi guarderò intorno, nella notte, nel gelo, il mio sguardo sarà il suo. Allora penserò che sto per andarmene da questa terra, e che il mio nome, Qaqak, tra poco cesserà di avere senso; e a pensarci non mi mancherà più il respiro, come succedeva una volta.
Mi siederò nella neve, tranquillo, a farmi avvolgere dal buio. Non c'è niente di più dolce. (it) |