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Quei che nel mondo è Re, non è altri che un uomo, | e chi è mendicante e pitocco, non è altri che un uomo, | il danaroso e l'afflitto, non è altri che un uomo, | e chi mangia ogni grazia di Dio, non è altri che un uomo, | e chi va in cerca d'una crosta di pane, non è altri che un uomo! || Faraone, che si vantava, lui, d'essere Dio | e Sciaddâd, che s'era fatto un paradiso e n'era il Signore, | Nimrôd, che si faceva chiamare Dio avanti a tutti... | È cosa che tutti capiscono, a che parlarne di più: | quando tutto fu finito, chi erano? Null'altro che uomo! || || Dai nobili ai plebei, dal Principe fino al Ministro | tutti son uomini, onorati o meschini. | Qui uomo è il Maestro, uomo è il discepolo suo, | e quello che è buono lo chiamano uomo, o Nazîr, | e quello che fra tutti è malvagio uomo, infine, è anche lui. (it) |