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Mussolini aveva vinto, e la sua vittoria significava che il fascismo, abbandonata la pretesa di presentarsi come un movimento rivoluzionario di sinistra, quale lo avrebbero voluto Grandi, Farinacci e Marsich, presentava la sua candidatura a forza egemonica della destra e infilava la «via parlamentare» al potere.
C'era un pericolo, e Mussolini lo capì subito: che questa svolta a destra mettesse il partito alla mercé della sua ala reazionaria incarnata soprattutto dal ras piemontese De Vecchi, uomo di poco cervello, ma tutto Trono e Altare, e che quindi poteva anche tornar comodo per il futuro. (it) |