Mention509005

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so:text Non c'era piacere più grande che addentrarsi nel Palazzo imperiale, dove la mente teatrale e artificiosa di un grande architetto aveva creato una natura molto più sottile di quella reale. Qui il pittore di corte dell'imperatore Qianlong, padre Attiret, non scopriva da nessuna parte la monotonia dell'odiosa linea retta, che doveva averlo tediato a Versailles, ma una «antisimmetria» sapientemente calcolata. Tutto serpeggiava, si piegava, si curvava, mostrava ora un volto ora quello opposto. Ma padre Attiret non ebbe mai l'impressione di muoversi nel regno del caso. La mente dell'architetto, ignota e lontana come la mente dell'imperatore, si divertiva a giocare con sé stessa: provava a violare le proprie leggi: si inoltrava nell'ignoto; e poi ritornava arricchita, divertita e rassicurata, tra le convenzioni del mondo umano. (it)
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so:description La luce della notte (it)
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