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Vista dall'incertezza del mare, una qualunque striscia di terra è sempre apparsa ai naviganti come un sollievo, un rifugio, una speranza. Non così quest'sola. Sakhalin, dinanzi alla costa siberiana, a nord del Giappone, emerge dalla foschia lattiginosa che aleggia sulle onde nere del mare di Ohosk come un'inquietante presenza, una massa scura, costantemente avvolta nella nebbia e nel silenzio.
Così apparve più di mille anni fa ai cinesi che la considerarono parte del loro impero e la chiamarono «la terra dei diavoli vaganti»; così apparve agli esploratori occidentali che, non osando approdarci, la segnarono nelle loro carte geografiche col nome «gli scogli neri»; così apparve ai primi russi e ai primi giapponesi quando, due secoli fa, ci si avventurarono per saccheggiarla delle sue immense risorse naturali. (it) |