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A Ikenoo tutti avevano sentito parlare del naso del naigu Zenchi: lungo poco meno di venti centimetri, gli pendeva dal labbro superiore fin sotto il mento ed era uniformemente grosso, dalla radice alla punta, come una specie di salsiccia appesa al centro della faccia dell'alto prelato. Il naigu aveva più di cinquant'anni e da sempre soffriva, dentro di sé, per quel suo naso. Però è ovvio che, di fronte agli altri, fingeva che non gli interessasse poi molto. E non tanto perché pensasse che per un religioso, che avrebbe dovuto dedicarsi con tutto sé stesso al futuro avvento del paradiso, non fosse bene preoccuparsi del proprio naso, quanto perché non gradiva l'idea che gli altri sapessero quanto quel suo difetto lo infastidisse. Più di ogni altra cosa temeva che nella conversazione quotidiana venisse fuori la parola «naso. (it) |