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Per quanto riguarda il futuro, se parliamo del breve periodo sono molto preoccupato a proposito dell'Iran. Credo che il regime stia fronteggiando la sua crisi più grave, è una crisi strutturale che riguarda l'economia, l'ecologia, la cultura, la politica e l'etica. Dal mio punto di vista, è un momento di grandi sfide. Il passo in avanti potrà essere agevole o difficile. Questo dipenderà dalla leadership, se avrà o meno la saggezza di riconoscere che questa è una crisi esistenziale seria, non solo per il regime, ma anche per l'Iran; se accetterà l'inevitabile, ovvero di non essere stata in grado di gestire questa crisi e che quindi abbiamo bisogno di un certo tipo di cambiamento. Ma nel medio e lungo periodo, sono molto ottimista sull'Iran, perché tra tutte le società musulmane del Medio Oriente, questa è quella che ha combattuto più a lungo per la democrazia. È la società che ha uno dei movimenti femminili più attivi, la classe media istruita più vasta, è una società esperta in social media, ha avuto una diaspora di successo che può aiutare nella transizione verso la democrazia. (it) |