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A Genova me ne sono andato in giro come un'ombra in compagnia solo di ricordi. Quello che un tempo vi amavo, cinque o sei punti prediletti, adesso mi piaceva ancora di più: mi sembrava di una incomparabile pallida noblesse, e assai superiore a tutto quello che offre la Riviera. Ringrazio il mio destino che negli anni della décadence mi aveva condannato a vivere in questa città dura e cupa: se si esce da lei, ogni volta si è usciti anche da se stessi – la volontà si allarga di nuovo, non si ha più il coraggio di essere vili. Non sono mai stato colmo di gratitudine come in questo eremitaggio a Genova. – (it) |