so:text
|
La mia considerazione personale – probabilmente non condivisa dai più – è che prolungare la vita, in presenza di malattie terminali, senza più alcuna aspettativa e speranza, porti solo ad allungare l’agonia ed una mera sopravvivenza. A mio sommesso avviso, è ora di considerare seriamente l’eutanasia volontaria per esplicita richiesta del paziente. Bisogna ricordarsi innanzitutto di valutare la personalità del paziente e la sua volontà. Per parte mia, ritengo che l’eutanasia attiva, pur se dolorosa per la famiglia e per il medico che la va a praticare, sia una scelta accettabile, in presenza di una certa e ferrea volontà, per evitare il prolungamento di sofferenze inutili e lesive della dignità del paziente, dovendosi invero vivere con dignità e con pari dignità morire. Ritengo contestabile il mero accanimento terapeutico, quale vuota ed inutile ostinazione a proseguire le terapie, quando siano gravose per il malato e non migliorino la sua condizione terminale. (it) |