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A Natale mi aspettava sempre un pallone, ogni volta. Un regalo e, accanto, un pallone. Dopo un torneo a Barranquilla ho capito che potevo arrivare oltre, fui capocannoniere a 14 anni. La squadra di un'altra città, il Deportivo Cali, mi chiamò subito. Lì ho iniziato a giocare. La mia vita si divideva tra calcio e scuola, mia mamma non mollava sull'aspetto scolastico. E a Cali non voleva mandarmi. I soldi ci mancavano per tante cose, ma eravamo felici. Da piccoli abbiamo dovuto fare dei lavori, ma il tempo per giocare non mancava. Vendevo biglietti per la lotteria, i soldi non mi bastavano per pagarmi l'autobus per andare al campo. A volte, per strada, me ne vergognavo. (it) |