Mention526949

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so:text Il grande merito di Gramsci sta appunto nell'aver profondamente inteso la necessità di storicizzare il marxismo nel nostro paese, rispetto alla storia culturale italiana, cioè rispetto all'idealismo storicistico e allo spiritualismo cattolico, e di essersi proposto il compito – rimasto purtroppo allo stato di abbozzo – di elaborare da parte marxista la risposta adeguata alla operosità antimarxista della cultura tradizionale. Attraverso Gramsci per la prima volta da parte di un militante italiano della classe operaia venne effettuato il tentativo di fare i conti con la storia culturale della nazione, con l'Italia che ebbe la Rinascenza, che non ebbe la Riforma, che dopo il Rinascimento ebbe la Controriforma, che cercò di risollevarsi a una funzione culturale universale attraverso il Risorgimento, e che tuttavia, dopo il 1870, si ripiegò quasi su sé stessa, lasciando disperdere e isterilire i fermenti dell'età precedente; con l'Italia che si inserì di nuovo nella grande tradizione culturale europea attraverso l’idealismo storicistico, svolgendo e manifestando innanzi alla coscienza culturale della filosofia classica tedesca; con l'Italia concreta, storica, hic et nunc determinata, con le sue strutture sociali, col suo Mezzogiorno disgregato e col suo Cristo fermo a Eboli, secondo l'immagine che piacque al Levi. Per questa Italia Gramsci operò e scrisse . Questo lavoro, appena iniziato da Gramsci, è ora che sia portato innanzi, sistematicamente svolto, sì da formare tradizione culturale, ma tradizione vivente, che aspiri a diventare ordine e organismo e si muova senza sosta. (it)
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so:description Citazioni di Ernesto de Martino (it)
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