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Io vedo la poesia come un'incudine di costante attività spirituale, non come un laboratorio di formule dogmatiche rivestite di immagini più o meno brillanti. Ma oggi, dopo aver meditato molto, sono arrivato alla conclusione: tutti i nostri sforzi devono tendere verso la luce, verso la coscienza. Ho ora l'idea che doveva unirvi tutti. Voi, con colpi di mazza, avete rotto, non c'e dubbio, la spessa crosta della nostra vanità, del nostro torpore. Io, almeno, sarei un ingrato se non reconoscessi che vi debbo l'aver saltato il muro del mio recinto o del mio orto. E oggi dico: È vero, bisogna sognare svegli. (it) |