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Non assistiamo forse ogni giorno al desolante spettacolo di moltitudini che seguono le seduzioni o di una brillante oratoria o di uno stile ammantato di estetica o di un ragionar flessuoso invitante verso vie nuove? Il mondo, specialmente nei nostri giorni, è invasato da una brama di novità, non tutte regolate e innocue: si parla di ordine nuovo, di nuovo pensiero, di verità relativa, di morale dei tempi nostri, di nuova teologia. Dovunque si opera la devastazione dei principi più sani, delle tradizioni più venerande, dei fondamenti più sacri del sapere cristiano, persino delle stesse fonti della rivelazione. È proprio quando più necessaria l'opera preservatrice e regolatrice della Chiesa, proprio ora le si vogliono spuntare le armi della difesa. Ma la Chiesa continua a fare quel che ha sempre fatto, quel che deve fare, e guai se non lo facesse! È un atto di vita: vita sua, vita dei suoi figli. È un atto di magistero di colei che è la maestra, a nome e nelle veci di Cristo. Non è più Chiesa se non è maestra; e se non corregge non è maestra. Insegnare implica anche correggere, perché la verità non si porge agli uomini senza respingere gli errori. (it) |