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Il tifo, per me, è un sintomo gioioso. Vale a dire: scelgo questo o quel campione per simpatia, per affinità, per un motivo qualsiasi e spero di ricavare una soddisfazione dal suo comportamento. È una scelta parziale a prescindere perché questo comporta la simpatia. Un punto di vista — quello lì, uno soltanto — che privilegia una figura, un oggetto, un colore. Ma che non impedisce ad altri di scegliere diversamente. Io, lo ammetto faccio il tifo per i campioni che manifestano una umanità simile alla mia, comprensibile e dunque vicina al mio vivere che non è quello di un campione. Mi basta e facendo il tifo per questo o quello non ho alcun bisogno di veder soffrire o perdere un altro. Perché questo fa parte del gioco. Visto che di un gioco si tratta. Sport, del resto: il reparto giocattoli della vita. (it) |