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La fine del dominio della legge religiosa sarà secondo me un grande progresso per l'umanità. La religione è certamente una grande consolazione, ma troppo spesso, a mio avviso, è una fonte d'intolleranza, perfino di guerra. Sono tra coloro che pensano che ci siano sionisti religiosi in Israele che, in parte, impediscono la pace, come gli islamisti radicali. Avere fede in Dio deve rimanere una questione intima, una pratica interiorizzata. L'eccesso di esternalizzazione della religione, i rituali che diventano sacrosanti, la chiusura nella propria comunità ad esclusione di altri gruppi, è fondamentalmente contraria al mio universalismo, la mia filosofia basata principalmente sulla convinzione che le nostre somiglianze ci uniscono. Non capisco l'esigenza attuale di esibire un'identità religiosa e di definire se stessi in opposizione agli altri che divengono così degli estranei. Ritrovo in questo il medesimo stato d'animo del femminismo americano degli anni Ottanta, che esalta allo stesso modo la differenza uomo-donna. Grazie al potere della riproduzione, le donne sarebbero detentrici di comportamenti e valori differenti che permetterebbero di equilibrare il mondo virile fatto di competizione e aggressività. (it) |