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Trevelyan: Salve, James.
Bond: Alec?!
Trevelyan: Tornato dall'aldilà, e non più stella anonima sulla lapide commemorativa del MI6. Che ti prende, James? Nessuna risposta secca? Non hai la battuta pronta?
Bond: Perché?
Trevelyan: Ehehehe! Divertente domanda, sopratutto se fatta da te. Tu ti sei mai chiesto perché abbiamo rovesciato tutti quei dittatori, fatto cadere i loro regimi, per poi sentirci dire "ben fatto, bel lavoro ragazzi, però... ora sono cambiate le cose e avete rischiato la vita per niente".
Bond: Era il lavoro per cui eravamo stati scelti.
Trevelyan: Ero sicuro che l'avresti detto. James Bond, il devoto cane da riporto di sua maestà, il difensore di un'improbabile fede. Oh, per favore James, metti via la pistola; è un insulto pensare che io non sia stato capace di anticipare ogni tua mossa.
Bond: Sì.... io mi fidavo di te, Alec.
Trevelyan: Fidarsi! Che stravaganza.
Bond: Com'è potuto sfuggire all'MI6 il fatto che i tuoi genitori erano Cosacchi di Lienz?
Trevelyan: Ancora una volta la tua fede è mal riposta: lo hanno sempre saputo. Siamo entrambi orfani, James, ma mentre i tuoi ebbero il lusso di morire in un incidente in montagna, i miei sopravvissero al tradimento inglese e alle vili esecuzioni staliniste, ma mio padre non si perdonò questa fortuna e fu travolto dai sensi di colpa. L'MI6 sottovalutò i miei ricordi di bambino e per una di quelle strane ironie della sorte il figlio andò a lavorare per lo stesso vile governo che aveva spinto il padre a uccidere se stesso e sua moglie.
Bond: E da questo è nato Janus: Giano bifronte, il Dio romano dalla doppia faccia.
Trevelyan: Ma non è stato un Dio a darmi questo volto, sei stato tu, regolando i timer a 3 minuti anziché a 6.
Bond: Che dovrei fare, essere desolato per te?
Trevelyan: No, dovrai solo morire per me. (it) |