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La Convenzione di settembre diede luogo subito ad interpretazioni contrastanti da parte dei due contraenti, che diedero origine a scambi di note diplomatiche e a polemiche di stampa. Essa si prestava a queste contrastanti interpretazioni non solo per il carattere sommario ed impreciso del suo testo, ma anche e soprattutto perché intimamente contrastanti erano le intenzioni delle due parti. Da parte francese si cercò di presentare la Convenzione come un'implicita rinuncia dell'Italia al voto del 27 marzo 1861 e si insistette sull'impegno italiano a non attaccare lo Stato Pontificio. Da parte italiana si cercò di presentarla come un passo verso la soluzione della questione romana, poiché si insistette sul fatto che essa non conteneva una rinuncia a Roma e si affermò che il ritiro delle truppe francesi apriva la possibilità di accordi diretti col papa e non escludeva la possibilità che i romani facessero sentire la loro voce. (it) |