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Hai detto bene, l'immenso Ritsos. Uno dei maggiori poeti del Novecento, che ha avuto la "sfortuna" di scrivere in greco, una lingua parlata da una decina di milioni di persone nel mondo. Dico "sfortuna" per modo di dire, perché il greco è una lingua magica, meravigliosa. È parlata ininterrottamente da 2500 anni, è l'erede diretta e diletta di Omero, di Saffo, dei maggiori poeti e filosofi della civiltà occidentale, e fa parte del Dna di tutti i popoli civili del mondo. Essendo il greco la mia lingua madre, i poeti greci contemporanei sono quelli con cui ho avuto un rapporto di affetti e di lettere assoluto. Ma non voglio far torto agli altri 3.300 poeti che ho pubblicato su Poesia. Tra quelli che più mi hanno insegnato, stupito, conquistato, ci sono Derek Walcott, Seamus Heaney, Yves Bonnefoy e molti altri. Tra gli italiani Alda Merini, persona eccentrica, ma poeta fino al midollo, e Pierluigi Cappello, uno dei pochi giovani che ha avuto il successo che meritava. (it) |