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Il movimento cartesiano non è dunque in nessun modo un processo, ma piuttosto una qualità o uno stato. E l'identificazione, fatta a bella posta da Descartes, tra lo stato ontologico del moto e quello della quiete – punto estremamente importante e sul quale ci accingiamo a ritornare – è sufficiente a spiegare perché, nel nuovo mondo edificato da Descartes, la conservazione e la continuazione indefinita del movimento non ha bisogno di causa piú di quanto quella della quiete ne avesse nell'antico «mondo. (it) |