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Di sera come fossi sceso dalle vette di un cirro, la vidi che si torceva, tutta. Qualche guglia si beava nello spazio; e sembrò più pulita. Le torri, d'osso cupo, si composero come due immense conchiglie. Negli intagli del portale la polvere aveva vergogna di un cielo sbandierato. La piazza non ebbe più battiti. Ma il murmure della Senna investiva le pietre, messe in ordine quasi sepolcrale. Mi apparve allora la cupola, coperta da un'erba alta e morbida, in cui il vento si trovava a suo agio. I santi, istoriati nel sasso, si animarono quasi avessero nelle viscere stecchite canne d'organo. Ci fu una specie di coro diffuso nell'aria. Capii! La cattedrale soffriva per il suo ancoraggio. (it) |