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Il Seicento del Fermo e Lucia ha una forte rilevatura barbarica. Di tipo tragico. E ancora nella lettera del Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia : " salvare una moltitudine dalle ugne atroci delle fiere barbariche". Di "unghie" e "sozzi artigli", che graffiano l'aria, il romanzo è stipato; come pure di varie "fiere": tanto che la stessa Lucia è "bella fera". La società è divisa in "facinorosi" e in "circospetti": bracchi e pernici; in cacciatori e lepri; in uccellacci e uccellini; in diavoli incarnati e prede. Tutto il romanzo è una caccia all'uomo, crudele e barbarica. Che in parte sopravvive nei Promessi sposi, ma nella superiore dimensione del "patire" dell'adelchiano " far torto o patirlo " ; e di una feroce forza che “il mondo possiede” . La morale della Chiesa “comanda di patire piuttosto che di farsi colpevole", dice Manzoni. E il principio viene indegnamente tradotto da don Abbondio, nel suo idioletto della paura: "Non si tratta di torto o di ragione; si tratta di forza. (it) |