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Quello che il Bianchi valesse come scrittore, sapeva mostrare ogni anno nelle relazioni degli studi accademici, fatte nelle solenni adunanze della Crusca, ed accolte sempre con favore dai numerosi ascoltatori. In esse egli riusciva a vestire di forme nuove ed argute argomenti aridissimi e triti; sia che dichiarasse gl'intendimenti dell'Accademia nella compilazione del Vocabolario, sia che ne difendesse la parte già divulgata da censure immeritate. Né la filologia era capace di contenerlo nei suoi cancelli, ché spesso il suo discorso, presa occasione dagli avvenimenti del tempo, divagava nelle questioni politiche e civili, nelle quali l'amore della patria e della libertà gli davano impeti di sdegnosa eloquenza. (it) |