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non sa l'ingenuo, il poverino, che la poesia è un puro gioco di fonemi, un puro frutto dell'inconscio, una critica ideologica dell'esistente, una menzogna, una metafora dell'impossibilità e del nulla? No, Keating per sua fortuna non lo sa: forse neppure Peter Weir lo sa, e il successo del film dipende da questo. La poesia cui il regista australiano si ispira e di cui il pubblico ha probabilmente una sotterranea fame, è quella che crede: in se stessa, nell'istantaneità D.H. Lawrence vide proprio nella pulsante istantaneità il cuore della poetica di Whitman nella vita, nella natura, nell'amore, nel potente spettacolo dell'universo. (it) |