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Oppressivamente, infinitamente, Orson Welles esibisce frammenti della vita dell'uomo Charles Foster Kane e ci invita a combinarli e a ricostruirlo. Le forme della molteplicità, della sconnessione, abbondano nel film: le prime scene registrano tesori accumulati da Forster Kane; in una delle ultime, una povera donna lussuosa e dolente gioca sul pavimento di un palazzo che è anche un museo, con un enorme rompicapo. Alla fine comprendiamo che i frammenti non sono retti da segreta unità: l'aborrito Charles Forster Kane è un simulacro, un caos di apparenze. (it) |