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Noi trionfiamo correndo, e se ci siamo fermati qui è perché la terra ci è mancata. Ecco, direi, un regno conquistato in gran velocità, e voi dovreste essere contenta di noi. Ma io no, non sono soddisfatto. Tutta l'Italia non è nulla per me, se non vi aggiungo la Sicilia. Dico così, per sostenere il mio tono da conquistatore; detto fra noi, me ne infischio che la Sicilia paghi le tasse a Giuseppe o a Ferdinando. Su questo punto sarei anche disposto a transigere, a patto che mi fosse permesso di percorrerla a mio agio; ma essere così vicino, e non poterci mettere il piede, non è una presa in giro? Da dove siamo, infatti, la vediamo, come dalle Tuileries voi vedete il quartiere Saint-German; il Canale non è certo più largo, eppure non si sa come passarlo. Lo credereste? se non mancasse che il vento: sacrificheremmo un'Ifigenia come Agamennone. Grazie a Dio, ne abbiamo d'avanzo. Ma neppure una barca, e questo è il guaio. Le avremo, si dice; finché avrò questa speranza non rimpiangerò mai, credetelo, i luoghi dove vivete, anche se li amo molto. Voglio vedere la patria di Proserpina, e sapere un po' perché il diavolo ha preso moglie in questo paese. Non ho alcuna esitazione, tra Siracusa e Parigi; per babbeo che sia, preferisco Aretusa alla fontana degli Innocenti. (it) |