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Se dobbiamo puntualizzare quale fosse la sua specialità, quello che più assomiglia non dico ad un lavoro -parola troppo pericolosa per lui- ma ad un'applicazione è di fare il cantautore. Girava così. e questo lo porta anche a Milano. E sente che la musica, in quanto arte immateriale...Leonardo era un cantore di strada, un cantautore aplicato alla capacità di comunicare con l'affabulazione con la bellezza della voce qualcosa che è immediato. Aveva iniziato come letterato, ma non mi risulta che vi fossero un "Promessi Sposi", un canone o un'opera letteraria fondamentale, perchè la caratteristica della sua grande insoddisfazione è che del grande Leonardo architetto non c'è una sola architettura, del grande Leonardo scultore una sola scultura, del grande poeta e trattatista un solo verso: non c'è niente, sono tutte ipotesi non realizzate. In tutto questo, lui ha un'impotenza sostanziale alla conclusione e dice che «anche nelle lettere avrebbe fatto profitto tanto grande se egli non fosse stato così vario e instabile. Periocchè egli si mise ad imparare molte cose e, cominciatele, egli poi le abandonava». Questo talento dell'incompiutezza gli dà una condizione speciale, quella per cui Leonardo è il genio dell'imperfezione. (it) |