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Non potevo certamente immaginare, quel 20 marzo 1988, di sollevare un gran polverone per essermi soffermato, nell'omelia, su un tema a me caro: l'amore per gli animali.
Quella domenica avevo fatto entrare in chiesa tre agnellini vivi. Però, rassicurai i bambini presenti: quegli agnelli sarebbero stati risparmiati dall'ecatombe di Pasqua. Un'ecatombe tanto più crudele perché la morte viene procurata per dissanguamento
«Volesse il cielo che qualcuno dei presenti ne faccia a meno nel giorno di Pasqua» dissi.
Questa frase scatenò la stampa e le tv anche estere. Perfino due cardinali scesero in campo per difendere la tradizione, dimenticando che San Francesco diede, in un giorno d'inverno, il suo mantello in cambio di due agnelli che venivano portati al mercato.
Non mi sono pentito di qanto dissi quella domenica.
Al Teatro Parioli, durante una trasmissione del «Maurizio Costanzo Show», il buon Maurizio – era il Venerdì Santo – permise che, in un ambiente così laico, leggessi questa preghiera: (it) |