Mention556030

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so:text L'Iran apparteneva alla Savak, ma la Savak agiva come un'organizzazione clandestina: appariva e spariva, cancellava le sue tracce, non aveva indirizzo. Certe sue sezioni erano invece ufficialmente riconosciute. Stampa, libri e film subivano la sua censura , spadroneggiava nelle università, negli uffici, nelle fabbriche. Era un mostruoso cefalopode che avvolgeva ogni cosa, si insinuava in ogni spiraglio, incollava ovunque le sue ventose, frugava, fiutava, grattava, scavava. Annoverava sessantamila agenti, senza contare i tre milioni di informatori che denunciavano la gente per i più svariati motivi: il denaro, salvezza personale, posti di lavoro, promozioni. La Savak era libera di comprare la gente o di torturarla, di distribuire impieghi o di recludere nei sotterranei. Stabiliva chi fossero i nemici da annientare. Le sue erano condanne senza revisioni né appelli. L'unica persona a cui quell'istituzione dovesse render conto del suo operato era lo scià: gli altri non contavano niente. (it)
so:isPartOf https://it.wikiquote.org/wiki/Ryszard_Kapu%C5%9Bci%C5%84ski
so:description Shah-in-Shah (it)
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Triples where Mention556030 is the object (without rdf:type)

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