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Uno che un giorno se ne scapppò da Milano in Lambretta, o forse era una Vespa mollando tutto, ma proprio tutto per trasferirsi a Roma. Ma che dico trasferirsi, per fuggirsene da un matrimonio disgraziato, da una paternità per lui invivibile, soprattutto da un amore folle, nel vero senso della parola, per una giovanissima Alda Merini già poeta e già fuori di testa. Si erano conosciuti che lui aveva diciassette anni e lui ventisei. A un certo punto lui – trentunenne – salì sulla famosa Lambretta e faticosamente arrivò a Roma. Senza bagaglio. Senza casa. Senza niente. Rompendo i ponti con l'università dove insegnava, con la famiglia, con quella donna impossibile – la Merini, che un giorno aveva fermato per strada la Fausta, legittima moglie di Giorgio, apostrofandola: "Signora, lo sa che mi sono innamorata di suo marito?" e l'altra, senza fare una grinza: "Ma se lo prenda, benedetta, se lo prenda. (it) |