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Io fui membro delle commissioni preparatorie disposte dal Papa Giovanni XXIII, e insieme con gli altri componenti – esimii cardinali e buoni teologi – preparammo gli schemi previi che dovevano servire da base per gli studiosi dell'assemblea. La preparazione di questi schemi che sarebbero stati oggetto di approvazione e di promulgazione come documenti autorizzati dell'insegnamento della Chiesa, richiedeva tempo, riflessione, consultazione delle fonti e dei documenti ecclesiastici. Tutto questo doveva essere preso in considerazione. Ma ecco che nella prima sessione del Concilio un gruppo di vescovi e cardinali, impiegando le moderne tecniche di pressione, riuscì a togliere di mezzo l’esaustivo lavoro realizzato. Così, essendo tutti soggetti alla limitazione del tempo e dei regolamenti interni, si dovettero preparare nuovi schemi di discussione, in altre commissioni approntate in modo completamente arbitrario. Immagini le difficoltà che questo comportava e tenga conto della decisa attività di certi cardinali e vescovi, quelli che vennero detti venienti dalle rive del Reno, raccolti nel gruppo Idoc, tutti impregnati di modernismo e di liberalismo e che in più contavano su una superstruttura ben finanziata di uffici, stampa, distribuzione, ecc. (it) |