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L'Europa centrale in quanto focolaio di piccole nazioni possiede una visione del mondo propria, visione basata su di una profonda diffidenza nei confronti della Storia. La Storia, questa divinità di Hegel e Marx, quest'incarnazione della Ragione che ci giudica e arbitra il nostro destino, è la storia dei vincitori. E i popoli centroeuropei non sono vincitori. Sono inseparabili dalla storia europea, non potrebbero esistere senza di lei, ma non rappresentano altro che il rovescio di questa Storia, le sue vittime e i suoi outsider. È da quest'esperienza storica disincantata che nasce l'originalità della loro cultura, della loro saggezza, della loro "mancanza di serietà" che si fa beffe della grandezza e della gloria. Quel che definisce e determina l'insieme centroeuropeo non possono essere le frontiere politiche , ma le "grandi situazioni comuni" che riuniscono i popoli dividendoli in gruppi sempre diversi, tra frontiere immaginarie e sempre mutevoli, entro le quali sussistono una stessa memoria, una stessa esperienza, una stessa tradizione comune. (it) |