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Oggi", scriveva il ministro, "molti
Non ci si chiede mai cosa succederebbe se quell'attività fosse legalizzata e tassata: una soluzione che la sottrarrebbe al controllo della mafia e farebbe arricchire in breve tempo un gran numero di contadini afgani. Vent'anni fa i principali prodotti di esportazione del paese erano l'uva e l'uvetta. La sua era una cultura dei vigneti. Ma molti di quei vigneti – se non quasi tutti – sono stati lasciati seccare o abbattuti, o addirittura sradicati per ricavarne legna da ardere, nel corso di questi decenni di guerre.
Un afgano che fosse tanto ottimista da piantare oggi una vigna dovrebbe aspettare cinque anni prima di poterne trarre profitto, mentre se pianta papaveri li vedrà fiorire entro sei mesi. Che fareste voi, se la vostra famiglia fosse alla fame? I funzionari americani incaricati di sradicare queste colture sono tutti convinti di sprecare il loro tempo.
Non ci vuole molto per capire come ha sempre funzionato il proibizionismo o per sapere che la domanda dei consumatori americani è così forte da superare qualsiasi tentativo di frenare l’offerta. Tutto questo lo sappiamo già dalle atroci esperienze in Bolivia, Colombia e Messico. (it) |