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Andare in esilio era una tradizione di lunga data nella politica iraniana. Prima che Khomeyni prendesse il potere, non c'erano quasi omicidi politici nel paese. Chi vinceva risparmiava sempre le vite degli sconfitti mandandoli in esilio o relegandoli in province remote. La ragione di questa magnanimità era che i vincitori e i perdenti nella politica iraniana erano spesso legati da vincoli di sangue o matrimoniali: non potevano condannare a morte un familiare. Khomeyni, però, portò al potere dei gruppi totalmente nuovi: persone che non avevano alcun legame con i governanti che li avevano preceduti. Così, i perdenti potevano essere massacrati dai vincitori. (it) |