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Per quante certezze si abbiano, per quante variabili si sia stati in grado di definire, per quante incognite si siano determinate, le cose seguono sempre la loro inopinabile via.
Così, nonostante Mina fosse scesa dal treno a Modane e tornata verso Torino come un condannato che vada volontariamente a mettere la testa sul ceppo, pronta a vedersi comparire davanti Emme di lì a poche ore, pronta a soccombere, priva di forze e di resistenza, rassegnata a farsi aprire la carne da un coltello o una pallottola, a farsi frantumare le ossa da una spranga, perché si era convinta che quello fosse il suo destino e che fosse segnato, e lei voleva andare incontro al suo destino per non perdere altro tempo – nonostante ciò nulla era successo nell'immediato. (it) |