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Sì, perché il ciclismo mi ha formato, è l'ambiente dove mi sono costruita professionalmente e dove mi sono innamorata della diretta, della strada, del rumore di fondo e delle storie laterali. In una cronometro di Bibione, mentre aspettavo la partenza, vidi questo ciclista con il numero 199 e la bici appoggiata a un muretto sulla spiaggia, che guardava il mare e piangeva. Lo avvicinai e gli feci un'intervista: "Piango perché penso alla Colombia e mi mancano i miei bambini". Era Víctor Hugo Peña. "Ma chi è questo? Che ci facciano di questo rvm", mi dicevano gli autori. Poche ore dopo, quel ciclista vinse la tappa e noi ci aprimmo la trasmissione. (it) |