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Parlare dei meriti di Firdusi non è al certo cosa lieve e facile; ma dovendone pur tener parola, comincieremo dalla lingua la quale dagli scrittori persiani che vennero dopo di lui, fu sempre più corrotta con parole arabe. Firdusi invece seppe usare la vera lingua persiana astenendosi, per quanto poteva, dalle parole arabe che si introdussero in Persia dopo la conquista degli Arabi. Il modo suo poi di esprimersi è robusto, nervoso e privo di quei giuochi di parole e di quei ghiribizzi incerti che tanto spesso incontriamo nei poeti posteriori imitatori degli Arabi, quali sono Hâfiz, Khâkâni, Saadi e Giâmi. Incontransi ancora spesse volte ne'suoi canti figure e similitudini veramente grandiose, le quali però non toccano mai il mostruoso come quelle che occorrono nei poemi indiani specialmente se di tarda età, come sono i Purâni, né vanno al ridicolo ed allo sciocco come alcune della poesia araba e della persiana che la imitò in poi. (it) |