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Ci sono due cose che mi aiutano quando mi sento disperato. La prima cosa è la mia fede. La seconda cosa sono le donne che curo. Curando delle donne, ho scoperto che esse hanno una forza eccezionale. Molte donne arrivate da me, in ospedale, erano in condizioni disperate. Avevano perso il marito, tutta la loro famiglia, ed erano entrate in ospedale in stato di coma. Ma non appena si svegliano - dal coma, o dall'anestesia -, la prima domanda che quelle donne pongono è "dove sono i miei figli? Dov'è mio marito?". Si chiedono dove stiano gli altri, e in quali condizioni. Quando vedo questa reazione da parte delle donne, rimango colpito. Le donne tendono a occuparsi degli altri, e si preoccupano che gli altri - che stanno intorno a loro -, stiano bene. Dunque io dico a me stesso: "Se c'è qualcosa che io posso fare per quelle donne coraggiose di cui mi prendo cura, è aggiungere una goccia all'oceano d'amore che esse per prime donano". Più volte mi sono perso d'animo, ma attraverso le loro parole, attraverso le loro azioni, ho ritrovato la forza di riprendere il mio lavoro. (it) |