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non vede in essi che effervescenze di romantici giovanilismi lirici, atteggiamenti volutamente e astrattamente satanici, senza nessun conto tenere di quella costante ironia verghiana, la quale disvelandosi sin dai primissimi lavori in prospettive acutamente amare di quello che fu creduto al contrario il mondo intimo del giovane scrittore, sta già ad indicare un superamento nei rapporti della materia presa a trattare, e quindi una proprietà tale di autocritica da far spostare di colpo il giudizio che sinora fu dato. L'autore sa della fallacia, della vana consistenza delle passioni veementi ed erotiche di Pietro Brusio, La Ferlita, Alberti, e la tensione che egli dà loro, esagerandone i tratti, è voluta, serve appunto a vieppiù estrarne rappresentazioni caricaturali, non di rado sarcastiche. (it) |