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La tv della cosiddetta realtà provoca uno svuotamento dell'essere, perché sostituisce il guardarsi dentro e l'analisi di sé con l'esaltazione della visibilità e della notorietà, spacciati come apice della verità. Ma la realtà, se c'è ancora, ci dimostra che non è così. Il genere reality show ha l'invidiabile primato di essere, al tempo stesso, funerale e requiem della tv. Non solo si tratta di programmi che hanno un'intelligenza, uno spessore artistico e culturale da prefisso telefonico. No, il punto che li rende del tutto osceni è la loro tracotante volgarità. Sarebbe facile ma inutile, a questo punto, inveire contro la decadenza dei costumi e lo strapotere dell'audience, in nome della quale si perpetrano autentici crimini televisivi. Ogni popolo ha la televisione che si merita. Inutile lamentarsi. (it) |