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Si tratta di curvare il soggetto dei saperi verso un'accentuazione che chiamerei di tipo etico: il soggetto è soggetto di vita, di comportamenti, di sentimenti morali – e qui il «soggetto» va inteso anche in senso passivo, per cui l'io esperisce sensazioni, azioni, sentimenti, di cui non è esso stesso responsabile, che accadono in esso e appartengono ad esso ma non sono da esso originati, a cui esso è soggetto, appunto. Allora, forse, «attivo» e «passivo» non si contrappongono più come siamo abituati a pensare, e il soggetto-passività è quel soggetto paradossale che si sottrae, ma che continua a essere l'inquilino invadente e tuttavia necessario . (it) |