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Girolamo Romanino fu una natura schietta, affatto semplice, spoglia d'ogni affettazione; il linguaggio dell'arte sua quindi risponde del tutto al dialetto dei suoi concittadini. I pochi ritratti ch'egli ci ha lasciati sono di tale fedeltà alla natura e con tanta ingenuità concepiti e presentati, da mostrare da sé che il, pittore non li avesse adulati, ma ch'essi nella loro realtà fossero stati tali e non altri quali il pittore li ha rappresentati. Questi ritratti del Romanino sono, a mio giudizio, ancora più semplici nel concetto di quelli del Tintoretto e di Tiziano; e i migliori tra essi, vengono subito dopo i più bei ritratti d'un Tiziano e d'un Velazquez. (it) |