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A volte penso che le storie siano come gli animali. Alcune normali, altre rare, altre ancora in via d'estinzione. Ci sono storie antiche come squali e storie tanto nuove su questa terra come gli esseri umani o i gatti.
Cenerentola, per esempio, è una fiaba che, nelle sue varianti, si è diffusa in tutto il mondo con lo stesso successo dei topi o delle cornacchie. La troverete in ogni cultura. Poi ci sono storie come lIliade che mi fanno venire in mente le giraffe, insolite eppure immediatamente riconoscibili ovunque compaiano o vengano raccontate. Ci sono, devono esserci, storie che si sono estinte, come il mastodonte o la tigre dai denti a sciabola, di cui non sono rimaste neppure le ossa: storie defunte, allorché le persone che le raccontavano sono morte e non potevano più narrarle, o storie che, da tempo dimenticate, hanno lasciato solo dei frammenti fossili di loro stesse in altri racconti. Del Satyricon non ci è pervenuta che una manciata di capitoli.
Con estrema facilità, Beowulf sarebbe potuta essere una di quelle.
Perché una volta, ben più di mille anni fa, la gente raccontava la storia di Beowulf. Poi il tempo passò e la storia fu dimenticata. Come un animale di cui nessuno si era accorto che si fosse estinto o quasi. Perso dal folclore orale, venne preservato da un unico manoscritto. I manoscritti sono fragili e vengono prevedibilmente distrutti dal tempo o dal fuoco. Il manoscritto di Beowulf ha segni di bruciature.
Ma è sopravvissuto...
E quando fu riscoperto, cominciò lentamente a riprodursi, come una specie in via d'estinzione che viene riportata alla vita. (it) |