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Così terminò la carriera politica d'un uomo, i cui incontrastabili talenti furono malavventurosamente sprovvisti di quella fermezza di principii, senza di che quelli ancor più sublimi altro non sono che un dono sterile per la gloria. Non si può negare che il Dumouriez non avesse alcuna di quelle qualità che costituiscono i grand'uomini; imperocché egli aveva quel ratto e sicuro vedere necessario al generale; aveva il coraggio del campo di battaglia che incute al soldato, e quell'altro ancor più raro che affronta all'uopo e gli errori dell'opinione, e i colpi della calunnia, e il mormorio della mediocrità; insomma egli univa alla capacità dell'uom di guerra, l'abilità del diplomatico e quella dell'amministratore, insieme a quel nobile amore della gloria, e quell'ardente desiderio di farsi distinguere e di venir famoso, che sono le più potenti virtù per operare gran gesti: ma tutte queste qualità erano per così dire più superficiali che profonde. Ciò che in lui si vedeva, poteva percuotere gli animi, ma non comandare il rispetto; mentre mancava in lui quel moral vigore che domina la mobilità delle masse con tutta la potenza di ben decise risoluzioni. (it) |