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Daniel Widmore: La prima volta che ho visto quella donna ero in quel museo, qualche settimana fa. Lei lavora qui, era in pausa pranzo. Mangiava una tavoletta di cioccolato. Ha due incredibili occhi blu, capelli rossi. Nell'istante in cui l'ho vista, in quel preciso momento, è stato come... come se l'avessi sempre amata. Ed è successa una cosa strana: quella stessa sera sono andato a dormire e al risveglio ho scritto questo.
Desmond: Spazio reale... tempo immaginario...
Daniel Widmore: Io sono un musicista, non ne avevo idea. Così l'ho portato ad un mio amico all'università -è un matematico- e ha detto che è meccanica quantistica. Perché queste equazioni sono così complesse che solo una persona che ha studiato fisica tutta la vita le può avere scritte.
Desmond: E che significano?
Daniel Widmore: Poniamo che stia per succedere qualcosa di terribile, di catastrofico, e che l'unico modo per impedirlo sia liberare una gigantesca quantità di energia, come quella di una bomba nucleare.
Desmond: Vuole far esplodere una bomba nucleare?
Daniel Widmore: Mi ascolti. Se questo, tutto quello che ci circonda, se la vita che ci aspetta non fosse questa? Se la nostra vera vita fosse un'altra e per qualche ragione avessimo cambiato le cose? Non voglio far esplodere una bomba nucleare. Ma credo di averlo già fatto.
Desmond: Non capisco perché tutto questo centri con me.
Daniel Widmore: Perché stava chiedendo a mia madre di una certa Penny? È successo anche a lei vero? L'ha provato.
Desmond: Io non so che cosa ho provato.
Daniel Widmore: E invece lo sa. Ha provato l'amore.
Desmond: È impossibile perché io non so nulla di questa persona. Non so dove sia, non so nemmeno se esista. Lei... è solo un'idea.
Daniel Widmore: No, signor Hume. È la mia sorellastra. (it) |