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Ci fu un'unica battaglia sulla quale il «Giornale» si trovò allineato con Craxi e il nostro editore: quello per la libertà d'antenna. Battaglia sacrosanta. Berlusconi è tutt'altro che un idealista disinteressato e nessuno sa agire come lui aggirando, quando non calpestando, le regole. Ma i panni nobili coi quali i difensori della Rai rivestivano la loro offensiva politico-giudiziaria erano grotteschi. Se il peccato di Berlusconi stava nell'essere troppo amico del Psi, quello della Rai era d'essere troppo amica di tutti i partiti. A fornirci il destro furono poi i pretori coi loro interventi oscurantisti, peraltro prontamente sventati dai decreti di Craxi. E quindi la crociata dell'etere libero, che rientrava fra l'altro nella nostra tradizione antistatalista, divenne una campagna contro il "pretore selvaggio", che con i suoi abusi toglieva ogni certezza del diritto al cittadino. (it) |