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Per questo, perché anche quel che corre tra le figure pel mio occhio è pieno di una vita che trabocca da scaturigini ugualmente misteriose che le figure stesse, perché questo specchiarsi reciproco, questo reciproco umiliare ed esaltare, questo reciproco attutire e rafforzare, non è per me meno opera di mano immensa che le figure stesse, anzi perché qui come in Rembrandt non posso vedere e ammettere un reale confine tra le figure e la parte del quadro dove figure non compaiono, per questo sono ricorso alla parola «atmosfera», perché la brevità del tempo e la necessità di intenderci rapidamente, festosamente, mi ha impedito di usare una parola più grande e misteriosa: mito. (it) |